La rielaborazione incessante della “bellezza”… quasi un mantra che ricorre davanti alla ricerca fotografica di Teresa Emanuele, davanti ai suoi cicli sul paesaggio naturale e artificiale. Una visione in cerca del sublime spontaneo, dell’estasi in equilibrio, della forma come apparizione tra evanescenza e impatto solido. Il mondo narrato riguarda i nostri paesaggi, i luoghi dell’anima che desideriamo ma anche gli spazi del quotidiano che la vita ci assegna. Un progetto sul nodo ideale tra scienza e fantascienza, sul limbo che divide e avvicina le due dimensioni: il pragmatismo concreto da una parte, la visionarietà dall’altra. Emanuele sta nel punto mediano, sul crinale in cui la scienza ha bisogno d’istinto e la fantascienza chiede ragione e razionalità. La sua fotografia attraversa quel limbo con attitudine mercuriale, liquidamente plasmabile attorno alle cose, come un abito che si adagia in modo morbido, lasciando la sensazione accesa della materia ma anche del suo spirito aleggiante.
Il titolo della mostra, VARIAZIONI, raccoglie in un termine il senso fatale di questo limbo, di una natura da registrare nelle sue variabili, nei suoi bagliori e trasparenze, nel buio modulare, negli esiti imprevisti che la luce provoca.
Teresa Emanuele ha una predilezione per il bianco e nero, la via cromatica che meglio racconta le variazioni minime di un’atmosfera, un cambio climatico, una zona d’ombra, una fibrillazione delle foglie o delle nuvole. Anche la profondità di campo si esalta in un bianco e nero che in realtà è l’universo dei grigi, delle scale complesse, delle molte anime dentro uno stesso corpo di luce.
La mostra di Palazzo Collicola presenta una selezione di trasparenze digitali e il cosiddetto “shadow-box”, dove la luce artificiale scorre nel quadro per aumentare il carico luministico delle atmosfere narrate.
Anche le tecniche di stampa confermano il pittoricismo dell’artista, passando dalla grafica d’arte alla camera oscura, dalla stampa contemporanea alle sperimentazioni cinetiche (la proiezione delle ombre di stampe su plexiglas).
La Natura che scopriamo è una danza tessile, un telaio germinativo che distribuisce filamenti e intrecci. L’occhio attento rivela un fragile equilibrio, colto nel puro istante del dialogo silenzioso, nel flusso prospettico che lancia lo sguardo verso un punto di fuga, come se la gravità del paesaggio fosse un circuito dinamico e incessante. Si sente il movimento bloccato, lo scatto metodico di una fotografia sempre più gassosa, così malleabile da tirar fuori la pelle pittorica del paesaggio. La potenza della natura che si adagia per un singolo istante, come una tempesta di William Turner, un mare di Hiroshi Sugimoto, un nero di Ad Reinhardt…
Gianluca Marziani
Work to Become - Galleria Il Cortile, Rome, 2012
ECFRASI curated by Luca Beatrice - Galleria d'Arte Contini, Venice, 2012
RANDOMLY - CASUALMENTE - Galleria dell'Orologio, Rome, 2007
Il Treno del Sorriso - Museo Mastroianni, Rome, 2010
Diplomacy of Art - Riyadh, KSA, 2013
Emanuele's first video installation: AQVA IN OBSCVRITATE, 201
CROSSOVER, A dialog between the Chinese School of Hubei and the new Italian art scene, curated by Alessandro Riva and Ji Shao Feng, Venice Biennale, 2013